Il rilievo giuridico assunto dall’ambiente nella vita della nostra società può ritenersi attestato da due elementi significativi.
Nel quadro dell’ordinamento nazionale, l’interesse ambientale costituisce ormai un valore costituzionale primario, fondante, al pari degli altri valori che costituiscono la trama essenziale del patto di convivenza (dignità della persona, sovranità popolare, cooperazione internazionale, divisione dei poteri, pluralismo istituzionale, garanzia giurisdizionale della Costituzione rigida, e così via). Vale appena notare che, tuttavia, l’ambiente ha trovato questa collocazione fra i valori costituzionali primari non fin dall’entrata in vigore della Carta repubblicana, ma nitidamente dalla metà degli anni ’80, in forza di una decisa giurisprudenza della Corte costituzionale che ha assicurato effettività a tale valore; anche se la dottrina più attenta (M.S. Giannini, «Ambiente»: saggio sui diversi aspetti giuridici, in RtDP, 1973, p. 1 ss.) aveva già segnalato la complessità del tema ambientale. Vero è che la necessità della tutela dell’ambiente, come base della vita della comunità, si è imposta con tutta la sua forza in seguito al verificarsi di eventi naturali drammatici che hanno sconvolto l’assetto idrogeologico e devastato centri abitati e campagne. Ma ormai l’assunzione del tema ambientale tra gli interessi giuridici primari dell’ordinamento è consacrata nell’art. 117 Cost. novellato, che riserva allo Stato, a titolo di legislazione esclusiva, la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (comma 2, lett. s).
Per altro verso, il rilievo assunto dall’ambiente nella vita delle comunità organizzate, in termini talvolta di vera emergenza ambientale, si coglie negli interventi delle istituzioni comunitarie (così, la direttiva 2000/60/CE sulle acque), segno che ormai le esigenze di tutela hanno superato la dimensione nazionale. E in questo stesso senso dispongono accordi e protocolli internazionali, pur se sull’efficacia vincolante di questi gli Stati continuano a far gravare l’uso egoistico dello strumento della ratifica, quando non della mancata sottoscrizione (esemplare, la vicenda del protocollo di Kyoto). Gli scenari appena richiamati fanno da sfondo alla meritoria fatica di Stefano Sorvino, diretta a rintracciare e a ricondurre a linee di sistema la copiosa legislazione in tema di difesa del suolo. L’Autore conosce in modo approfondito i molteplici aspetti in cui la tematica ambientale si specifica: non solo per la ricca riflessione dedicata da tempo al governo del territorio (Sorvino, Territorio e norma, Ed. Sellino 2003; ID., Legioni di diritto ambientale, Ed. Sellino 2005), ma non meno per il quotidiano impegno professionale e operativo da lui recato nella messa in atto dei più sofisticati congegni di pianificazione e gestione della tutela del suolo. La conoscenza, sperimentata e puntuale, della materia, incluse le connesse problematiche tecniche, consente al Sorvino di muoversi con padronanza negli intricati percorsi della disciplina normativa del suolo, di seguirne con rigoroso criterio le tendenze evolutive, individuando negli istituti della legge quadro n. 183 del 1989 (così autoqualificatasi nell’art. 1 comma 5) i capisaldi permanenti dell’assetto organizzativo e dei meccanismi funzionali, da assumere a riferimento pur dopo l’abrogazione di tale legge e l’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 152 del 2006 (cosiddetto “Codice dell’ambiente”).
L’Autore ha l’acuta consapevolezza della precarietà e mutevolezza delle tavole normative prese in esame, in dipendenza della continua trasformazione della realtà e delle sue esigenze, della variabile lettura delle maggioranze politiche, dei preannunciati mutamenti delle decisioni comunitarie. E quindi ben sa che la ponderosa opera da lui messa in cantiere, e sviluppata nell’ampia ricostruzione sistematica del contesto giuridico della difesa del suolo e della pianificazione di bacino, non è destinata a concludersi qui. La naturale fluidità del quadro normativo lo rende avvertito della necessità di ulteriori approfondimenti e di rinnovato impegno. Per i quali, attesa la validità dei risultati ad oggi conseguiti, è agevole e gradito formulare i migliori auspici.
Prefazione (Michele Scudiero)