Napoli, 5 giugno 2020.
La Carta sulle bonifiche sostenibili, un documento strategico che indica i principi da applicare negli interventi di risanamento ambientale del territorio, è stata sottoscritta ieri nel corso dell’evento Hub Tecnologica Campania promosso da RemTech Expo ed Energy Med. Tra i firmatari del documento, oltre al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al presidente Ispra/Snpa Stefano Laporta e all’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, Raffaele del Giudice, anche il commissario straordinario Arpa Campania, Stefano Sorvino e il direttore generale di Arpa Puglia Vito Bruno.
«Il tema delle bonifiche dei siti contaminati», ha sottolineato l’avv. Sorvino nel corso del simposio che si è tenuto in modalità digitale, «è uno dei più stimolanti, ma allo stesso tempo più impegnativi, in cui è coinvolto il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. D’altronde è un tema peculiare per la Campania, che ospita due Siti contaminati di interesse nazionale (Sin), cioè Napoli Est e Bagnoli-Coroglio, poi quattro ex Sin e una miriade di piccoli interventi di bonifica censiti dal Piano regionale bonifiche, aggiornato a fine 2019 con il supporto Arpac».
L’incontro, a cui ha partecipato, oltre al ministro Costa, anche il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut e il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, ha fornito l’occasione per ricordare lo sforzo sostenuto dall’Agenzia su questo fronte: nel solo 2019, il Laboratorio specializzato in siti contaminati e bonifiche, con sede ad Agnano, ha analizzato 529 campioni di suolo, sedimenti, terre e rocce da scavo e 530 campioni di acque sotterranee. In circa la metà dei campioni di suolo sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc), soprattutto per alcuni inquinanti, tra cui gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa).
«Arpac», ha spiegato il commissario straordinario dell’Ente, «è chiamata in causa in varie fasi dei complessi procedimenti di bonifica, ad esempio nella redazione del piano di caratterizzazione e dell’analisi di rischio, con una serie di attività istruttorie, pareri e la partecipazione alle conferenze di servizi. Non dimentichiamo poi che l’Agenzia fa parte del gruppo di lavoro nazionale sulla cosiddetta Terra dei fuochi, istituito con legge 6 del 2014. Sebbene nel tempo Arpac si sia strutturata per affrontare questi impegni, è necessario potenziarla ulteriormente in un settore in cui l’innovazione tecnologica e il turn over del personale sono fattori determinanti».